Torre del Poggio

Le sue modeste dimensioni di base fanno supporre ad un uso di vedetta senza alcuna funzione difensiva. Compare nell’atlante Rizzi – Zannoni nel 1794 e non nel Cartaro nel 1613. In molti libri è erroneamente omonima alla torre Layella e si fa risalire a queste, torrieri dal 1664. La torre faceva parte del sistema di guardia di Camerota e permetteva il collegamento visivo tra le torri vicereali costiere attraverso la torre di Teano e il Castello di Camerota. Viene riportata nel 1794 dall’atlante geografico Rizzi Zannoni col toponimo Torre d’Avviso, ad oriente del Rivo dell’Ajella presso la frazione di Marina, nel comune di Camerota.

La torre del Poggio non è riportata sia nel Piano delle torri del Regno di Napoli redatto nel 1776.

Fu compresa, col nome di torre di Avviso, nel Decreto del Re Vittorio Emanuele II.

Dalla torre, verso oriente, si guarda la torre di Teano, dall’altro lato si vede la torre dello Zancale.

E’ la più alta delle torri costiere del litorale, ben in vista per le segnalazioni di fumo e di fuoco che doveva inviare alla torre di Teano e poi al castello di Camerota.

Cronologia:

  • XVII/XVIII secolo – Costruzione della torre;
  • La torre del Poggio non è riportata né nel Cartaro (1613) né nel Piano delle torri del Regno di Napoli redatto nel 1776, e nemmeno nell’altro censimento dello stesso periodo;
  • Viene riportata nel 1794 dall’atlante geografico Rizzi Zannoni col toponimo T.d’Avviso;
  • 1866 – La torre è compresa nel decreto del Re Vittorio Emanuele II del 30 dicembre 1866; indicata tra le opere militari in disuso che cessavano di essere considerate come opere di fortificazione e quindi alienabili;
  • 2020 – Attualmente è retta da una struttura di ferro per scongiurare il crollo;

 

Descrizione architettonica:

Si erge sul colle con un’altezza che supera i 18 metri, la base quadrata con le pareti a scarpata, misura circa m 11,50 per lato ed è alta sul fronte mare, circa m 4,80. La parte superiore, con le pareti perfettamente a piombo, misura m 8,50 per lato, lo spessore murario supera il metro. L’interno oggi inaccessibile, doveva essere formato da almeno tre livelli e suddiviso con solai in legno, oggi crollati.

Sulla sommità della torre, resti di merli guelfi, sei per lato, sono ancora visibili e documentano una difesa piombante della torre, oltre a far supporre una datazione di molto antecedente al periodo vicereale.

La base e le pareti della torre sono intonacate; ampie lacune nell’intonaco fanno emergere alla base una disposizione delle pietre con piani di allettamento ogni cm 40-50, le pietre calcaree, cavate sul posto, mostrano una faccia liscia all’esterno e non superano i cm 50 di lunghezza ed i cm 30 di altezza.

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