Torre d’Arconte

Nel piano delle torri del Regno di Napoli, la torre è indicata come Torre d’Arconte. In un altro censimento del periodo è chiamata torre dell’Arconte. La torre di Arconte fu compresa nel Decreto del Re Vittorio Emanuele II del 30 dicembre del 1866, che elencava le opere di fortificazione e quindi potevano essere vendute. Dalla torre, si riesce a scorgere la sommità della torre dell’Isola e dall’altro lato, capo Palinuro, si vede la torre Fenosa sull’omonimo colle. La torre non risulta necessaria per il collegamento visivo tra le due torri prima citate, pertanto si ritiene che doveva assolvere essenzialmente ad una funzione di sbarramento per impedire l’attacco dei corsari sulle due spiagge ai lati del piccolo promontorio su cui sorge.

Descrizione

Cronologia:

  • 1594 – La costruzione fu voluta dalla Regia Corte per completare il piano difensivo costiero. I lavori furono affidati a G. Nicola Calizzo;
  • 1866 – La torre è compresa nel decreto del Re Vittorio Emanuele II del 30 dicembre 1866; indicata tra le opere militari in disuso che cessavano di essere considerate come opere di fortificazione e quindi alienabili;
  • 2020 – Attualmente è un rudere;

 

Descrizione architettonica:

Le sue dimensioni sono alla base di 11,00 metri sul lato mare e di 12,60 metri sull’altro lato, l’altezza al primo livello è di 3,30 metri circa. Il piano di calpestio della terrazza di copertura è crollato così come buona parte delle quattro pareti laterali, le macerie dei crolli raggiungono l’altezza di 7 metri. Rastremata verso l’alto, la torre sul lato meridionale mostra un ambiente voltato di 3,30 metri per 6,50, a cui si accede da un varco nelle mura, sul lato orientale, l’accesso è provvisto superiormente di pietre disposte ad arco che lasciano ipotizzare un’antica apertura. I conci di pietra che formano la volta del vano sono disposti a cuneo verso il centro dell’arco e mancano della rabboccatura. L’esigua larghezza di questo ambiente, disposto lungo il lato meridionale, lascia presupporre l’esistenza di un altro simile verso il lato monte. Lo spessore delle murate alla base è di 2,50 metri. Le pareti esterne sono tutte di pietrame calcareo con finitura esterna di intonaco; sul lato orientale, verso Marina di Camerota, un’apertura sormontata da un arco in pietra, individua una precedente finestra che illuminava l’ambiente superiore. Sul lato occidentale, i resti delle mura lasciano intravedere una scala larga 80 cm che proviene da sud, e un grosso arco murato che indica il posizionamento della volta a botte di copertura dell’ambiente superiore a quello di terra, con l’imposta dell’arco ortogonale al versante meridionale della torre, verso il mare aperto.

Le murature sono formate da fasce orizzontali alte 80 cm formate da quattro filari di pietre sovrapposte lunghe in media 40 cm, estratte dalla roccia li accosto formata da piccoli ciottoli di fiume calcificati tra loro; la calce utilizzata per le pareti è dello stesso colore rossiccio della sabbia presente sul colle, è ancora molto resistente, in alcuni punti forma uno strato compatto di oltre 10 cm, con piccole pietre nel mezzo, non si vedono grumi non disciolti di calce viva. Sulla faccia esterna del muro, le pietre hanno una parte liscia, lo stesso ordine non lo riscontriamo nella disposizione delle pietre all’interno del muro. Sul versante settentrionale, verso monte, sono presenti i resti di una scala che inizia a 11 metri dalla torre e termina a 3,40 metri, lasciando ipotizzare un piccolo ponte in legno di accesso al primo livello della torre.

 

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